AAA Questo post non è prodotto dall’intelligenza artificiale, ma da quella artigianale
Preambolo
Questo articolo riguarda la centralità del liceo classico nella formazione delle giovani menti italiane – un tempo si sarebbe parlato della futura classe dirigente, ma oggi sarebbe politicamente incorretto – per cui mi limiterò a parlare di intelligentia.
Queste considerazioni in un momento in cui questo corso di studi è sotto attacco e apparentemente in crisi di vocazioni. Questo articolo rimarca non solo la centralità e l’importanza della formazione umanistica nel XXI secolo, ma semmai il suo posizionamento di crescente importanza, proprio guardando i recenti trend tecnologici. Le macchine, anzi, “la macchina” ovvero AI e sopratutto GAI ovvero l’intelligenza artificiale generalizzata o autocosciente, quando arriverà (e non se), non lascia scampo al sapere specialistico. Ma lascia ancora una closing window of opportunity al sapere “relazionale” e critico. E in che cosa eccelle il classico? Esattamente in questo. Nel creare delle giovani menti critiche in grado di argomentare e confutare qualsiasi argomento. In grado di fare leva su una cultura ad ampio spettro dove l’elemnento differenziante non è lo specialismo – dove la macchina eccelle senza pietà – ma la visione d’insieme.
Non è l’analisi il futuro dell’uomo, ma la sintesi. Non il drilldown per usare il consultese, ma il benchmark e la visione d’insieme.
Debunking false miths
Questo breve articolo inoltre confuterà utilizzando argomentazioni numeriche due falsi miti: che il classico soffra di una crisi di vocazioni – non è vero – e che ci sia una prevalenza femminile – che in una società decisamente maschilista come quella italiana potrebbe essere interpretato come una diminuzione di attenzione dovuta a una crisi di fiducia nelle capacità formative del corso di studi. Non è vero neanche questo secondo punto.
Il mix maschi femmine del classico rimane quello di sempre.
Quando le macchine comanderanno anche il sapere relazionale e il salto di livello nel ragionamento – migliorano a passo di carica – non dovremo più preoccuparci di lavorare. Ma dovremo solo organizzare al meglio e in maniera produttiva il ns tempo libero.
Ho scoperto con l’arrivo della scelta del liceo di mia figlia che vox populi il classico avrebbe perso in generale vocazioni che oggi presenterebbe uno ripartizione ragazzi/ragazze molto a favore delle ragazze. Come un tempo la facoltà di lettere all’università, che tipicamente preparava e prepara per l’insegnamento.
Senza rischiare di affrontare una conversazione discriminativa di genere – visto anche il linciaggio mediatico del povero prof Barbero, che si era limitato a ribadire una ovvietà, che ci sono cose che riescono meglio alle donne e altre invece agli uomini, vedi gli sport dove uomini e donne sono divisi in categorie distinte semplicemente per tenere conto di evidenti differenze morfologiche – sarebbe sorprendente constatare che nel 3° millennio il Classico non sia considerato più una scelta opportuna.
Un’occhiata ai numeri
Immagino che la causa sottostante alla diminuzione nelle vocazioni per il Classico potrebbe essere che non sia più considerato – a differenza di come è sempre stato almeno in Italia – un indirizzo di studi che prepara i giovani più ambiziosi del paese “ad altiora”.
In questo breve e – anticipo – altamente divisivo pezzo argomenterò l’esatto contrario. Che il Classico è e rimarrà nel futuro vicino e lontano quanto di meglio si possa offrire per abbeverare gli ingegni assetati di di sapere di giovani ambiziosi.
Innanzitutto la risposta a una curiosità. Dove altro vengono insegnate le lingue antiche come materie obbligatorie del percorso di studi a livello di liceo?
Viene fuori che è abbastanza complicato trovare dati affidabili per il latino. Una fonte cita i numeri riportati nel grafico sotto, senza qualificare da dove provengano. Eurostat traccia infatti lo studio in Europa di tutte le seconde lingue ma non di quelle antiche. E già questo la dice lunga.
Figuriamoci per il greco, dove probabilmente siamo da soli insieme alla Grecia. I numeri italiani sono di poco inferiori a quelli riportati sotto e si attestano intorno al 20%, l’incidenza del liceo classico sul totale della popolazione scolastica
Per quanto riguarda l’andamento delle iscrizioni al liceo classico, queste negli ultimi 10 anni sono state in realtà abbastanza costanti e si attestano intorno alle 30k unità pari all’11% della popolazione scolastica dei licei e al 6% della popolazione scolastica medie superiore complessiva. La ripartizione maschi femmine è a favore delle femmine 70/30, largamente costante anche quella.
Per quando riguarda lo scientifico i numeri sono in crescita e si attestano oggi intorno alle 135k unità con un CAGR a 10 anni del 2,5%. Lo split è a favore dei maschi 60/40 e l’incidenza sui numeri del liceo è 44% e sulla popolazione scolastica secondaria è del 23%
Infine abbiamo i numeri del liceo in generale che valgono ca 300k unita con una ripartizione maschi femmine 40% e 60% rispettivamente. Questo a fronte di una ripartizione di quote invertite nelle scuole professionali e nell’istruzione professionale, dove la prevalenza è maschile.
To be continued